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La casa del Maestro

Il restauro

Restaro della "Casa del Maestro"

L'edificio prima del restauro strutturale

L'edificio dopo il restauro con il ripristino della balconata e del portico

Come avviene purtroppo per molti centri storici, i vetusti edifici lasciati al lento degrado inerosabilmente vengono rovinati sia dall'uomo che dagli agenti atmosferici: così il palazzo del tardo cinquecento denominato ora "Casa del Maestro" una volta abbandonato dai vecchi proprietari, utillizzato poi come semplice dimora, stalla ecc. sarebbe per sempre andato perso se l'Amministrazione comunale non avesse provveduto al suo restauro. L'appalto dei lavori è avvenuto in base al progetto stilato dall'Arch. Ornando Salandra, e, come prevede la normativa sottoposto alla approvazione della Soprintendenza.

Come visibile dalle foto allegate lo stato di degrado e la manomissione dell'edificio storico erano notevoli. Parte del pregevole loggiato era stato tamponato, questo anche perchè la esecuzione del sottostante cunicolo che porta alla ghiacciaia aveva provocato dissesti tali da richiedere la parziale chiusura di un arco del porticato.


Vale per tutti gli edifici, la loro salvaguardia è vincolata al buono stato della copertura, così anche per la Cà del Maestro il restauro comprese anche la riconfigurazione del tetto in coppi.

Stato attuale della Cà del Maestro
Il primo restauro si è occupato essenzialmente degli aspetti strutturali, sono ora da recuperare gli intonaci dei quattro locali e porre in opera le previste pavimentazioni in cotto di recupero. Le porte di accesso sono state ricostruite con i fondi provenienti dalle feste Momenti Divini.

Foto 1 - Primo piano, archivio Museo con oggetti da restaurare prima della loro esposizione e pannelli e materiale per le mostre.
Foto 2 - Le nuove porte di accesso (realizzate con i proventi delle feste Momenti DiVini) ai due locali posti al piano balconata.
Foto 3 - Corridoi al piano sottotetto con le porte che consentono di accedere ai due locali utilizzati come deposito dei  Momenti divini e del Museo.
Foto 3a - 3b - Locale deposito Museo
Foto 4 - 5 - Dispositivi anti discesa topi (con utilizzo di tegami in cotto) posti in opera nel locale sottotetto utilizzato un tempo come granaio.

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